Qualcosa è cambiato


Nella notte tra il 24 e il 25 aprile del 2018 un fatto, normalmente relegabile alla cronaca, ha invece segnato un punto di svolta della Nuova Protezione Civile Partecipata. Si sono verificate una serie di situazioni che saranno ricordate, un momento importante per la trasformazione della Protezione Civile in un impegno sociale partecipativo importante. Importante perché a coordinare l’intera operazione non c’è stata solo una organizzazione ben definita ma centinaia di cittadini in un’area peraltro scarsamente popolata.

Ma cosa è successo esattamente?

Intorno alle 19:40 del 24 aprile la quiete di una famiglia friulana, di Stella di Tarcento in provincia di Udine è stata rotta dalla scomparsa delle due gemelle Adele ed Elisabetta di poco più di 4 anni. Le bambine non si trovavano, le hanno cercate nell’intorno della casa dove, alla fine del prato inizia il bosco.

Erano scomparse le bambine e i due cani: un Pinscher Tedesco e un Pit Bull.

La madre inizia a chiamarle, ad urlare, si inoltra nei sentieri che stanno tutti intorno alla casa ma nessuno risponde, le cerca in casa, negli annessi rustici e poi di nuovo al limite del bosco.
Nessuno risponde.Chiama i soccorsi, non perde tempo, si rivolge a chi la può aiutare. In breve tempo arrivano sul posto i Carabinieri, la Guardia di Finanza, accorrono i Vigili del Fuoco. Vengono avvisati il Soccorso Alpino e la Protezione Civile. Viene inviato un mezzo del 118.

Fa già buio e le bambine sono disperse da qualche parte.

La Protezione Civile, con il Soccorso Alpino, hanno dei piani per queste situazioni. Viene montato il campo base mobile proprio davanti alla casa, organizzate le squadre e si inizia a perlustrare le strade, i viottoli e ci si inoltra nel bosco.

Il territorio intorno alla casa è sconnesso, ci sono precipizi, punti difficili da essere visti.
Inizia la lunga notte delle gemelle scomparse.

I media nazionali hanno altro da raccontare, hanno l’agenda politica, le consultazioni, ma specialmente è la notte della vigilia di una festa, molti fanno ponte, non ci si perde con la cronaca locale.

Per ore la notizia viene rilanciata solo dai quotidiani locali nell’edizione on line e dai social, le informazioni, gli aggiornamenti ritwittati, postati, condivisi.

Inizia a circolare su Whatsapp e Messanger, anche su Telegram.

Non servono app dedicate, bisogna attivare le persone con quello che già utilizzano, con chat e social, bisogna agire in fretta. Bisogna fare rete.

I messaggi in rete diventano un tam-tam sempre più forte, decine di persone escono di casa in piena notte, altri prendono la macchina e si recano nei posti indicati proprio dai social e iniziano a perlustrare tutte le strade vicine.

Intanto uno dei due cani, il Pinscher Tedesco, ritorna a casa da solo; questo più che rassicurare fa ancora più impaurire i genitori. Adesso ci sono due bambine di 4 anni e un cane Pit Bull persi nei boschi, di notte, in un’area dove è facilissimo scivolare, cadere.

L’organizzazione della Protezione Civile è eccellente, campo base, sistemi, radio, mappa dell’area, piani di ricerca provati e riprovati.

Stanno arrivando unità cinofile e altri volontari.

Ma tanti, tantissimi sono i cittadini che rispondo alle sollecitazioni, tanti vengono chiamati a casa, al telefono da amici che li invitano ad andare in strada e cercare intorno a loro.

Si stima che all’una di notte del 25 aprile ci siano oltre 200 persone che stanno cercando le bimbe.

Una mobilitazione non suscitata dall’eco della stampa ma solo dai social e dai giornali locali on line. Questo dobbiamo tenerlo ben presente quando parliamo di sistemi integrati di protezione civile.

Tra le persone che si sono messe alla ricerca anche Alexei Coianiz, Silvio Cargnelutti e Francesco Michelizza. Seguono le indicazioni dell’unico avvistamento, arrivato proprio da UdineToday un giornale on line.

È Alexei Coianiz che racconta il ritrovamento sul suo profilo Facebook (copia): lui, e Francesco le ritrovano semi addormentate con la Pit Bull che le sorveglia.
Sono minuti concitati, si informano i soccorsi ma serviranno 45 minuti per raggiungere il posto.

Come stanno?
Bene, stanche e affamate, ma bene

Sono parole che rincuorano i genitori, che fanno tirare un sospiro di sollievo a tutti.
Alle due di notte Adele ed Elisabetta stanno cenando, frastornate, stanche, spaventate, ma specialmente stupite di vedere tutte quelle persone che applaudono e a qualcuno scende la lacrima.

I soccorsi iniziano a smontare le postazioni, ci si saluta, si dice che domani, anzi oggi, è festa e forse si dormirà un po’ di più.

Non lo sanno Adele ed Elisabetta che hanno fatto un pezzo di storia della nuova Protezione Civile partecipata, social, dove non ci spettatori ma attivi cittadini che si mobilitano senza l’occhio della telecamera, senza il selfie da mandare all’amico giornalista.

La Nuova Protezione Civile è fatta di cuore, di passione, di lacrime e gioia di una generosità infinita, dall’integrazione tra le strutture preposte, i volontari e i cittadini. È fatta dalla comunicazione sociale, dalla condivisione consapevole delle notizie, dalla verifica delle stesse, dalla maturità delle conversazioni.

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