Terremoto e ricostruzione: strumenti digitali per il monitoraggio civico

“Ascoltare le idee dei cittadini non provoca ritardi”, Luigi Bobbio

Come funziona il monitoraggio civico e quali strumenti hanno a disposizione i cittadini per controllare e intervenire nel processo di ricostruzione? Questa la domanda che ha animato la Scuola di Monitoraggio ed Azione Civica #SMAC17 promossa dal 10 al 12 novembre ad Arquata del Tronto e ad Acquasanta Terme da Actionaid nell’ambito del progetto SIS.M.I.CO.

Alla Scuola hanno partecipato 39 cittadini provenienti da 12 territori delle 4 regioni del centro Italia colpite dal terremoto e rappresentanti di 21 realtà dell’area del cratere, dai comitati civici agli enti locali. Con loro anche noi di TerremotocentroItalia che, insieme all’Università di Bologna, Open Polis, Poleis, Gran Sasso Science Institute (GSSI), AlterEgo Fabbrica dei Diritti e OnData, abbiamo coinvolto i partecipanti in una tre giorni di informazione e formazione su open data, crowdmapping, piattaforme per l’archiviazione e il monitoraggio dei dati relativi alla ricostruzione, normativa post-sisma, accesso civico e legislazione sulla trasparenza della pubblica amministrazione.

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Aprire i piani di emergenza, mappare il rischio, attivare i cittadini

Nelle scorse settimane, proprio mentre nel nostro Paese si ‘celebrava’ il primo anniversario del terremoto in centro Italia, gli Stati Uniti hanno dovuto affrontare il passaggio di ben due uragani di proporzioni mai registrate fino ad oggi. In tv abbiamo visto come le istituzioni abbiano cercato di preparare la popolazione ad affrontare l’emergenza: organizzazione di rifugi e scorte di beni di prima necessità, messa in sicurezza di case e edifici pubblici, evacuazioni di massa nelle aree più a rischio. Quel che non abbiamo visto e di cui nessun media mainstream ha parlato, almeno in Italia, è come venivano raccolte e veicolate le informazioni e i bisogni dei cittadini e in che modo la società civile abbia contribuito ad organizzare la risposta all’emergenza.

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