Like a Rolling Stones. Un grande evento (e vi spiego perché)

Un “click” della platea dei Rolling Stones – Mura di Lucca

Di Jagger, Richards e compagni è stato detto (e scritto) tutto. L’aereo con la lingua rossa che arriva e riparte dall’aeroporto di Pisa, la visita a Firenze con tanto di gelato su Ponte Vecchio in compagnia di Theresa May, Mick che sul palco di Lucca parla quasi sempre in italiano e Keith che invece dice «alla faccia di chi ci vuole male» prima di attaccare con la chitarra un brano del ’72 (Happy). Si è detto (e scritto) dell’energia che hanno trasmesso nonostante tutto, dell’ultimo tour che resterà tale fino alla prossima volta, delle stonature e di certe note grezze che però «chi se ne frega, perché loro sono i miti del rock». Si è detto (e scritto) dei 55 mila presenti, della bellezza della scenografia naturale offerta dalle mura rinascimentali, ma anche delle polemiche di chi ha visto il concerto così e così, anzi male, anzi malissimo. Ma poco si è detto di quei 342 volontari che in quelle quarantottore incandescenti hanno contribuito a trasformare un grande evento in un evento grande. Continua a leggere