Siamo tutti allenatori… delle allerte

Che siamo un paese di opinionisti e tuttologi lo si sapeva già, ma ultimamente mi è capitato di sorprendermi nel veder estesa la pratica dei commenti da bar sulle scelte degli allenatori di calcio alle valutazioni assolutamente profane sulle allerte nella piazza virtuale, a volte circo, dei social network.
Ed è proprio lì, nel regno delle opinioni non richieste, che trovo sistematicamente chi avrebbe evitato di emettere l’allerta perché i temporali si sono spostati al largo e non hanno fatto danni, e ovviamente questo può dirlo solo il giorno dopo; oppure chi avrebbe scelto un colore diverso, per esempio arancione e non giallo, perché di neve n’è caduta tanta e ha creato molti disagi. L’opinionista meteorologo può arrivare anche a pronunciarsi sui quantitativi di pioggia previsti e sull’intensità delle raffiche di vento, nonché sull’estensione dei fenomeni.

Ma c’è anche l’opinionista comunicatore che contesta la scelta delle zone di allertamento, perché il cittadino non le capisce (ma com’è che questo cittadino non può capire nemmeno se gli diamo gli strumenti? non è che per caso lo stiamo sottovalutando?) o il linguaggio, perché gelicidio è troppo forte e ghiaccio basta e avanza.

In questo variegato panorama troviamo anche l’opinionista amministratore, quello che “emettono l’allerta solo perché così loro se ne lavano le mani e se noi (Sindaci) non spargiamo il sale è colpa nostra.”
Delle tre categorie io mi sento di dare attenuanti generiche solo all’ultima… Si tratta dell’unica che in questo complesso sistema ha delle responsabilità da condividere con le altre istituzioni. Per tutti gli altri invece nessuno sconto della pena. E tra l’altro in certi casi c’è anche l’aggravante della recidiva.

È fin troppo facile esprimersi su tutto e non prendersi nessuna responsabilità se non quella di essersi espressi in virtù della libertà di parola. In questo sistema complesso che è la protezione civile ci sono delle responsabilità, civili e penali, che ricadono sulle persone che ricoprono ruoli ben precisi e rispondono del loro operato. Possono umanamente commettere errori, ma sulla loro coscienza pesa sempre uno scrupolo, il rischio di sbagliare per eccesso o per difetto. Eppure devono prendere delle decisioni, tutti i giorni.

Se davvero ciascuno avesse voglia di fare la propria parte potrebbe contribuire alla diffusione delle allerte e tradurle eventualmente in qualcosa che ritiene più comprensibile e abbordabile per i destinatari a cui si rivolge in quel momento, rimanendo però fedele ai contenuti.

Non potrà certo modificare le scelte dei decisori, così come l’opinionista allenatore non può cambiare la squadra in campo o le scelte tattiche, ma forse potrà contribuire a migliorare l’efficienza generale di un sistema di cui facciamo parte tutti, nessuno escluso.

@aledesavino

2 comments

  1. Direi che è un post perfetto. Equilibrato, dice tutto quello che c’è da dire. Il linguaggio è quello giusto. Non c’è acredine ma c’è quel tanto che basta di sano risentimento. Guardando la foto direi che la “tigre” ha sfoderato gli artigli; ma l’ha fatto, al solito, con eleganza. Chapeau.

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