Io, la mia ignoranza e il coronavirus


Punto di partenza: sono completamente ignorante sul tema (sanità, coronavirus, aspetti scientifici in generale), ma sento l’esigenza di capire per “fare” (o non fare) in modo consapevole.
Punto secondo: essendo totalmente ignorante cerco sempre di semplificare e concretizzare, immaginando così di capirci qualcosa.

Punto terzo: la semplificazione parte da ciò che leggo sui siti istituzionali, da ciò che leggo e ascolto dai media, e dalle risposte che parenti, amiche e amici – loro sì competenti – mi hanno detto.

Punto zero: quando si ha a che fare con “cose” incerte o non completamente conosciute, serve FIDARSI. Ma serve potersi fidare di chi sa, di chi ha studiato e di chi si limita a parlare del proprio campo di competenza. Quindi, serve fare emergere queste voci rispetto al rumore creato dai passaparola.

Come dice e scrive Ilaria Capua, direttrice del One Health Center of Excellence dell’Università della Florida, «usiamo il cervello tutti quanti» e «chiamiamo il virus con il suo nome: sindrome simil-influenzale da Coronavirus».
Sempre ascoltando e leggendo la virologa, credo sia importante riportare un ulteriore punto: si sta parlando di numeri di contagi in Italia perché si è iniziato a cercare attivamente il virus. «È possibile che vi siano in Italia altri caso non ancora diagnosticati semplicemente perché la malattia nella stragrande maggioranza dei casi è lieve e può passare inosservata».
Credo, poi, sia anche importante ricordare come non ci sia totale certezza del fatto che la causa della morte delle vittime finora registrate sia stato solo questo nuovo virus (tutti, sembra, avevano dei quadri clinici pregressi non semplici).

Io, oggi, vivo a Milano e seguirò le indicazioni che le istituzioni hanno deciso e decideranno di dare.
Dal Consiglio dei Ministri di sabato 22 febbraio, è uscita la decisione di lasciare alle “autorità competenti” la valutazione delle ulteriori misure da adottare.
Quindi, già che Sindaci e Presidenti di regione si stanno prendendo e prenderanno la responsabilità di decidere e darci indicazioni in una situazione in continua evoluzione, senza certezze, consapevoli di essere circondati dai cosiddetti “tuttologi del giorno dopo”, direi di fare solo una cosa, per ora: seguiamoli e supportiamoli.

Il dibattito su “eccessivo precauzionismo”, su un livello di governo centrale dal quale non arrivano chiare indicazioni, proviamo a lasciarlo a dopoSe si saranno disposte misure eccessive – come oggi sostengono alcuni medici impegnati negli ospedali italiani dove sono ricoverati alcuni dei pazienti risultati positivi ai test, posizioni non condivide da altri loro colleghi – lo sapremo solo “alla fine” (che, poi, vai a sapere quale sarà questa fine). Però, forse, sarà sempre meglio avere lasciato liberi posti letto in ospedale, posti che potranno continuare a essere destinati per gestire “l’ordinario”.

P.S.: piccolo elenco di siti (e ognuno ha i rispettivi account social) dove cercare le informazioni certificate.
Ministero della Salute
Istituto Superiore di Sanità (con la pagina ad hoc)
Dipartimento della Protezione civile – struttura di coordinamento dell’emergenza
Presidenza del Consiglio dei Ministri e tutti i Ministeri
Regioni (dove vengono pubblicati decreti e ordinanze, oltre a numeri utili e informazioni)
Comuni

@francimaf

2 comments

  1. Brava, chiara, semplice, commento ragionato…..in particolare con la frase”……chi si limita a parlare del proprio campo di competenza

  2. Certamente da rifletterci sopra, ma….a quanti fra Comuni e Regione ha fatto comodo “scaricare” tutto sulla Protezione Civile? Ma poi, le ASL e la Sanità Regionale sono preparate, istruite, formate per collaborare e raccordarsi con la Protezione Civile? C’è molto lavoro ancora da fare…perchè tutti cercano di scaricare su altri, le proprie incombenze.

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