Osservare la Cina in queste settimane è uno sforzo enorme: difficile avere una visione globale precisa, facile intuire gli scenari che potremmo essere chiamati ad affrontare il prossimo autunno.
Che cosa succede in Cina?
La mia routine mattutina è cambiata nel corso della mia vita, ma un elemento di stabilità è rimasto: leggere le ultime notizie. Una delle fonti che leggo con maggiore interesse è il Global Times, una delle principali e più controverse testate giornalistiche cinesi.
Un punto di vista sulla Cina molto diverso da quello offerto dai media occidentali e sicuramente legato a doppio filo con le strategie e le tattiche di comunicazione del CCP (partito comunista cinese).
Prendo in considerazione la Cina, in questo post, ma nel resto del mondo la situazione legata al Covid-19 è ancora in piena evoluzione. A volte ritornano, come a Barcellona, indirizzata verso altre due settimane di lockdown.
La Cina è quart’ultima (o al 177° posto) nella speciale classifica che ogni anno viene stilata da Reporters Without Borders, il celebre World Press Freedom Index. Nel 2020, l’Italia è al 41° posto (in discesa) e gli Stati Uniti al 43°, i quattro paesi scandinavi sono posizionati nei primi quattro posti in classifica. Peggio della Cina, Eritrea, Turkmenistan e Corea del Nord.
Ma cosa sta accadendo in Cina?
Ricostruendo gli avvenimenti da fonti cinesi ed estere, mediando tra i vari campanili, possiamo fare un elenco incompleto ma significativo degli strati di crisi in corso, che potremmo racchiudere per semplicità in tre aree: salute pubblica, eventi catastrofici e relazioni internazionali (e interne).
Un semplice elenco disordinato rappresenterà perfettamente la situazione:
- Covid-19 a Pechino e in altre aree della Cina [WHO]
- Peste bubbonica nella regione cinese della Mongolia interna [ABC]
- G4 EA H1N1, un virus con potenzialità pandemiche [CDC USA]
- Gravi alluvioni e preoccupazione per la diga più grande del mondo [RTE]
- Terremoti nello Schiuan, nella Cina occidentale [BBC]
- Rapporti con gli Stati Uniti [US Deparment of State]
- Tensioni con l’India [Al Jazeera]
- Hong Kong [Independent]
- Mare della Cina Meridionale [CFR]
- Huawei e le infrastrutture 5G [The Guardian]
Un quadro complesso, che interessa tanti livelli differenti e che mette in difficoltà la leadership del CCP, il partito comunista cinese. Senza considerare gli effetti della politica di pianificazione familiare “one child policy” che, introdotta nel 1979, è stata aggiornata tra il 2013 e il 2016, trasformandosi in una “two children policy”. Per approfondire, suggerisco questo articolo del 2018 pubblicato dalla University of Pennsylvania (UPenn).
Avere un quadro della situazione reale che la Cina sta vivendo è difficile, e questo ha molto a che fare con la classifica di Reporters Without Borders, ma l’induzione alla riflessione che questo post vuole provocare può essere sintetizzata in una sola domanda: come affronteremmo, in Italia, una congiunzione di crisi di tale scala e portata?
Mentre aspettiamo l’autunno
Le notizie che giungono nel nostro paese dalla Cina ricevono relativa attenzione da parte del pubblico: rileggete l’elenco disordinato di avvenimenti riportato qui sopra. Suonano tutti familiari?
L’estate che stiamo vivendo è un momento di attesa per quello che sarà l’autunno: le previsioni di una crisi economica globale con effetti devastanti, la possibilità di una nuova ondata di infezioni Covid-19 sovrapposte alla nuova stagione influenzale, la difficoltà di adattarsi ai cambiamenti radicali al nostro stile di vita. Senza dimenticare l’impennata dei suicidi e dei tentati suicidi: l’incertezza e la paura legate al Covid-19 e alle sue conseguenze sul piano personale e professionale hanno un impatto profondo e diretto sulla popolazione (Sole 24 Ore). La Fondazione BFR ha istituito l’Osservatorio suicidi Covid-19 per tenere traccia della situazione del nostro paese.
Tutto qui?
Non proprio.
L’autunno è una stagione pericolosa per il nostro paese. Il periodo tra metà ottobre e metà novembre è costellato da una serie di ricorrenze tragiche in tutta la penisola. Eventi che hanno un forte impatto sulle comunità colpite e mettono a dura prova il sistema di soccorso.
Vorrei lanciare una riflessione sull’autunno che verrà.
Il nostro paese è pronto per affrontare emergenze legate agli eventi meteorologici (altamente probabili), terremoti (?), mentre cerca una soluzione alla crisi economica e occupazionale epocale, cercando di non dover riapplicare misure draconiane?
Durante il primo lockdown abbiamo toccato il fondo su vari fronti, tra i quali la comunicazione. I pareri discordanti degli esperti. Gli aperitivi, gli ottimisti e gli apocalittici. Il gioco dello scaricabarile in tutte le sue forme più perverse. Le mascherine e i disinfettanti. Per qualcuno, la sospensione dello sport in diretta TV. Tanti hanno sperimentato disagio nel vivere la propria casa così tanto, innescando l’idea del South Working.
Ci avviciniamo al culmine dell’estate: se fossimo formiche, saremmo impegnate a pianificare e preparare la stagione fredda.
Ma noi, noi non siamo formiche.
Saremo pronti per affrontare l’autunno?
Saremo preparati per affrontare le crisi nella crisi?