Le crisi nella crisi. Cina, Covid-19 e il prossimo autunno.

Osservare la Cina in queste settimane è uno sforzo enorme: difficile avere una visione globale precisa, facile intuire gli scenari che potremmo essere chiamati ad affrontare il prossimo autunno.

Cina Global Times 17 luglio 2020

 

Che cosa succede in Cina?

La mia routine mattutina è cambiata nel corso della mia vita, ma un elemento di stabilità è rimasto: leggere le ultime notizie. Una delle fonti che leggo con maggiore interesse è il Global Times, una delle principali e più controverse testate giornalistiche cinesi.

Un punto di vista sulla Cina molto diverso da quello offerto dai media occidentali e sicuramente legato a doppio filo con le strategie e le tattiche di comunicazione del CCP (partito comunista cinese).

Prendo in considerazione la Cina, in questo post, ma nel resto del mondo la situazione legata al Covid-19 è ancora in piena evoluzione. A volte ritornano, come a Barcellona, indirizzata verso altre due settimane di lockdown.

La Cina è quart’ultima (o al 177° posto) nella speciale classifica che ogni anno viene stilata da Reporters Without Borders, il celebre World Press Freedom Index. Nel 2020, l’Italia è al 41° posto (in discesa) e gli Stati Uniti al 43°, i quattro paesi scandinavi sono posizionati nei primi quattro posti in classifica. Peggio della Cina, Eritrea, Turkmenistan e Corea del Nord.

 

Ma cosa sta accadendo in Cina?

Ricostruendo gli avvenimenti da fonti cinesi ed estere, mediando tra i vari campanili, possiamo fare un elenco incompleto ma significativo degli strati di crisi in corso, che potremmo racchiudere per semplicità in tre aree: salute pubblica, eventi catastrofici e relazioni internazionali (e interne).

Un semplice elenco disordinato rappresenterà perfettamente la situazione:

  • Covid-19 a Pechino e in altre aree della Cina [WHO]
  • Peste bubbonica nella regione cinese della Mongolia interna [ABC]
  •  G4 EA H1N1, un virus con potenzialità pandemiche [CDC USA]
  • Gravi alluvioni e preoccupazione per la diga più grande del mondo [RTE]
  • Terremoti nello Schiuan, nella Cina occidentale [BBC]
  • Rapporti con gli Stati Uniti [US Deparment of State]
  • Tensioni con l’India [Al Jazeera]
  • Hong Kong [Independent]
  • Mare della Cina Meridionale [CFR]
  • Huawei e le infrastrutture 5G [The Guardian]

Un quadro complesso, che interessa tanti livelli differenti e che mette in difficoltà la leadership del CCP, il partito comunista cinese. Senza considerare gli effetti della politica di pianificazione familiare “one child policy” che, introdotta nel 1979, è stata aggiornata tra il 2013 e il 2016, trasformandosi in una “two children policy”. Per approfondire, suggerisco questo articolo del 2018 pubblicato dalla University of Pennsylvania (UPenn).

Avere un quadro della situazione reale che la Cina sta vivendo è difficile, e questo ha molto a che fare con la classifica di Reporters Without Borders, ma l’induzione alla riflessione che questo post vuole provocare può essere sintetizzata in una sola domanda: come affronteremmo, in Italia, una congiunzione di crisi di tale scala e portata?

Mentre aspettiamo l’autunno

Le notizie che giungono nel nostro paese dalla Cina ricevono relativa attenzione da parte del pubblico: rileggete l’elenco disordinato di avvenimenti riportato qui sopra. Suonano tutti familiari?

L’estate che stiamo vivendo è un momento di attesa per quello che sarà l’autunno: le previsioni di una crisi economica globale con effetti devastanti, la possibilità di una nuova ondata di infezioni Covid-19 sovrapposte alla nuova stagione influenzale, la difficoltà di adattarsi ai cambiamenti radicali al nostro stile di vita. Senza dimenticare l’impennata dei suicidi e dei tentati suicidi:  l’incertezza e la paura legate al Covid-19 e alle sue conseguenze sul piano personale e professionale hanno un impatto profondo e diretto sulla popolazione (Sole 24 Ore). La Fondazione BFR ha istituito l’Osservatorio suicidi Covid-19 per tenere traccia della situazione del nostro paese.

Tutto qui?

Non proprio.

L’autunno è una stagione pericolosa per il nostro paese. Il periodo tra metà ottobre e metà novembre è costellato da una serie di ricorrenze tragiche in tutta la penisola. Eventi che hanno un forte impatto sulle comunità colpite e mettono a dura prova il sistema di soccorso.

Vorrei lanciare una riflessione sull’autunno che verrà.

Il nostro paese è pronto per affrontare emergenze legate agli eventi meteorologici (altamente probabili), terremoti (?), mentre cerca una soluzione alla crisi economica e occupazionale epocale, cercando di non dover riapplicare misure draconiane?

Durante il primo lockdown abbiamo toccato il fondo su vari fronti, tra i quali la comunicazione. I pareri discordanti degli esperti. Gli aperitivi, gli ottimisti e gli apocalittici. Il gioco dello scaricabarile in tutte le sue forme più perverse. Le mascherine e i disinfettanti. Per qualcuno, la sospensione dello sport in diretta TV. Tanti hanno sperimentato disagio nel vivere la propria casa così tanto, innescando l’idea del South Working.

Ci avviciniamo al culmine dell’estate: se fossimo formiche, saremmo impegnate a pianificare e preparare la stagione fredda.

Ma noi, noi non siamo formiche.

Saremo pronti per affrontare l’autunno?

Saremo preparati per affrontare le crisi nella crisi?

 

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