Diario da Belluno: “Così, a sentimento” – il racconto di Daniele

La mattina, quando mi avviavo verso la destinazione che ci hanno assegnato, alzando lo sguardo, potevo vedere come le splendide montagne bellunesi, con qualche spruzzata di neve, alternata ai giochi di colori dei pochi alberi rimasti in piedi, illuminati dal sole, facevano da sfondo ad uno scenario disastroso, completamente diverso da quello che era prima, ma entrambi naturali.

Arrivato nel Bellunese pensavo di trovare sgomento, rassegnazione e rabbia. Invece ho trovato delle persone sempre con il sorriso, sempre pronte a mettersi a disposizione nostra, per ogni nostra necessità, nonostante la situazione critica.

I pasti preparati dalla popolazione locale avevano i sapori e gli odori di quelle montagne, pasti che trasmettevano tutta quella generosità e gratitudine, anche in un momento di disperazione come quello attuale.

Porterò con me ogni singola di queste sensazioni. Sono partito da Firenze, con la colonna mobile Regione Toscana, per me la prima volta sul contingente Zero ovvero il primo contingente ad insediarsi. Sarei stato all’altezza di questo gruppo di ricognizione? Sarei stato all’altezza di quelle montagne? E di quelle persone?

Raccontare l’esperienza di un’emergenza non è mai semplice, perché sin dal momento della richiesta di disponibilità sul codice verde, fino ad arrivare ad operare sul campo, nella testa passano tanti di quei pensieri…

L’odore della legna tagliata dai motoseghesti, dell’aria umida che si respirava, il rumore delle motopompe, dei moduli lavaggio, dei capisquadra che impartivano i compiti, ci hanno dato la forza di andare avanti per cercare di fare qualcosa di buono.

Daniele Santabarbara, colonna mobile Anpas Toscana, Humanitas Scandicci

Ognuno di noi, qui, è parte del tutto: il campo scuola Anpas a Monteroni d’Arbia

È iniziato domenica 8 luglio il campo scuola “Anch’io sono la Protezione Civile”, organizzato a Monteroni d’Arbia dal Gruppo di Protezione Civile della Pubblica Assistenza Anpas Val d’Arbia.

Campo scuola Monteroni d'Arbia
“Ognuno di noi, qui, è una parte del tutto”

Hanno partecipato quaranta ragazze e ragazzi dai 10 ai 16 anni, affiancati nelle attività di vita da campo, formazione e volontariato da circa venticinque volontari ogni giorno.

Tanti i temi affrontati insieme, dalla tutela del patrimonio boschivo e naturalistico alla prevenzione dei rischi, dall’importanza dei piani comunali di emergenza al cyberbullismo, dal primo soccorso con l’uso del defibrillatore semiautomatico alla promozione delle buone pratiche di educazione civica e legalità.

“La nostra proposta formativa – spiegano i referenti del Gruppo di Protezione Civile della Pubblica Assistenza Val d’Arbia – è stata elaborata dai volontari sulla base delle linee guida del Dipartimento Nazionale di Protezione Civile con il contributo didattico dei formatori della nostra associazione, del gruppo Vigilanza Antincendi Boschivi, del Soccorso Alpino e Speleologico Toscano, della Questura, dei Vigili del Fuoco, dei Carabinieri, della sezione AIB, dei Carabinieri Forestali, del Gruppo Cinofili di Anpas zona senese e dell’amministrazione comunale di Monteroni d’Arbia guidata dal sindaco Gabriele Berni, il quale ha condotto con i ragazzi una interessante riflessione sul piano comunale di Protezione Civile, supportato dall’intervento tecnico dell’ingegnere Giulio Marcucci.

In occasione della festa di chiusura del campo scuola, sabato 14 luglio, i ragazzi hanno presentato ai genitori e agli ospiti dell’associazione il brano “Qui non siamo in vacanza”, una divertente parodia del celebre tormentone “Una vita in vacanza” della band Lo Stato Sociale, scritta e pensata dagli stessi ragazzi e dai volontari per raccontare la vita da campo e i suoi protagonisti che insieme crescono e diventano “migliori”.

“Per mesi – concludono dal Gruppo di Protezione Civile della Val d’Arbia – abbiamo lavorato all’organizzazione di questo progetto e ritrovarci con gli occhi lucidi a leggere le sensazioni e i pensieri che i ragazzi hanno dedicato ai volontari alla fine della settimana ci ha riempito il cuore, ripagandoci di tutta la fatica.”

I ragazzi hanno ricevuto, nel corso della settimana, la visita di Paolo Lucidi, Funzionario del Dipartimento di Protezione Civile, e di diversi referenti ANPAS, tra i quali Egidio Pelagatti, responsabile operativo nazionale delle Pubbliche Assistenze di Italia, Roberto Poggiani, responsabile operativo per Anpas Toscana nonché presidente della Pubblica Assistenza di Chianciano Terme, Dimitri Bettini, presidente del Comitato Regionale di Anpas Toscana, e Paolo Leoncini, responsabile Protezione Civile zona Senese.

Belice 50 anni dopo: “Ognuno ha bisogno del proprio simile”, il video-doc Anpas

Il 14 gennaio 1968 vengono avvertite alcune scosse di terremoto. Non si registrarono crolli ma le persone decisero dormire all’aperto. Nella notte del 15 gennaio, alle ore 3, una scossa di magnitudo 6.1 colpì la Valle del Belice, tra Agrigento e Trapani. Subirono danni gravissimi i comuni di Gibellina, Salaparuta, S. Ninfa, Montevago, Partanna, Poggioreale e Santa Margherita Belice che, all’epoca del terremoto, non erano classificati sismici
“Ognuno ha bisogno del proprio simile” è il racconto di Giuseppe Aceto, soccorritore e sopravvissuto al terremoto di Gibellina e presidente della pubblica assistenza Anpas Il soccorso di Trapani. È il racconto terremoto di Gibellina e di quel che resta

Il Belice cinquant’anni dopo il terremoto. I ricordi, le emozioni, le storie, gli episodi vissuti da Giuseppe Aceto, all’epoca Guardia di Pubblica di sicurezza, sopravvissuto alla scossa del 15 gennaio, diventato soccorritore e oggi presidente della pubblica assistenza Anpas Il soccorso di Trapani. “Ero arrivato nelle zone colpite dal terremoto inviato dal Questore, incaricato di foto-documentare l’accaduto, non si era ancora a conoscenza della reale situazione in merito a danni a persone o cose”. Da qui inizia l’avventura di Giuseppe e il suo sguardo su ciò che resta di Gibellina nel cretto di Burri (o cretto di Gibellina) realizzato da Alberto Burri tra il 1984 e il 1989 nel luogo in cui sorgeva la città vecchia di Gibellina, completamente distrutta dal terremoto del 1968. A Gibellina si aggiunge la vista di Poggioreale fino alla pubblica assistenza Il Soccorso di Trapani.

Ognuno ha bisono del proprio simile. Un documentario di Anpas
Durata: 10 minuti
Produzione: Anpas, in collaborazione con Anpas Sicilia e la pubblica assistenza Il Soccorso di Trapani.
Immagini: Andrea Cavazzuti
Assistente produzione: Miriam Colaleo

Tutti col Cuore Al Centro – Firenze 14 gennaio 2018

Ci vedremo domenica 14 gennaio 2018, a Firenze, presso il teatro Obihall con l’incontro nazionale dei volontari Anpas intervenuti in Centro Italia in seguito alle emergenze sisma 2016-2017: Cuore al Centro.

Verranno tutti i volontari delle Pubbliche Assistenze: sia quelli intervenuti durante il sisma centro Italia e nelle Sale Operative, sia quelli che, pur non partecipando direttamente all’emergenza, hanno garantito la continuità dei servizi delle Associazioni sui loro territori.

 

Indrix, un indice che punta alla prevenzione

Il progetto Indrix

La sfida di Indrix è di quelle belle, di quelle che possono riempirti degnamente una vita, di quelle che hanno un obiettivo impegnativo e strategico. Una di quelle che le associazioni di volontariato, spesso e volentieri, raccolgono e che non poteva non raccogliere Anpas che da qualche anno, in linea con la rinnovata visione del Dipartimento, sta orientando la sua attività di Protezione Civile anche verso i criteri e le buone pratiche da realizzare preventivamente: quelle che aiutano cittadini a difendersi meglio dalle catastrofi naturali, quelle che fanno realizzare, prima che si verifichino, procedure e/o presidi per poi minimizzare i loro effetti. Continua a leggere

La Giocheria: un posto pulito e illuminato bene

Giocheria ANpas

Cos’è una Giocheria? Rubando da Hemingway la Giocheria Anpas è “un posto pulito, illuminato bene”, uno spazio colorato dove riagganciare i percorsi di una quotidianità pacificante sia per i piccoli sia per i grandi che si affacciano alla porta per leggere i sorrisi ritrovati tra le macchie di tempera e lo specchio dei travestimenti. La storia dell’intervento in emergenza ci ha insegnato che questo posto accogliente, ordinato, pieno di giochi e sorrisi ha il potere di lenire, almeno in parte, le mute ferite di quello che abbiamo imparato a conoscere nell’universo post trauma. Continua a leggere