Pillole in emergenza, per iniziare l’anno con la giusta attitudine!

Pillole in emergenza UCSC

Pillole in Emergenza.
Ovvero Anna, Giulia, Roberta, Eleonora, Ingrid, Martina, Yassmin e Isabella.
Un team di studentesse di Psicologia per il Benessere dell’Università Cattolica di Milano che hanno scelto di perseguire, nel contesto del loro corso di studi, la diffusione di pillole di conoscenza per essere in grado di gestire situazioni e stati emergenziali, sostenute dal Prof. Fabio Sbattella.

Sono stato molto colpito da due idee: “Conosci il territorio” e “i luoghi dell’UCSC saranno il nostro punto di partenza”. Due concetti essenziali per essere preparati ad  affrontare situazioni e stati emergenziali, che partono dalla conoscenza di noi e dell’ambiente nel quale siamo immersi.

Logo pillole in emergenza USCSHo il piacere di condividere le risposte che ho ricevuto da Anna, Giulia, Roberta, Eleonora, Ingrid, Martina, Yassmin e Isabella.

Vi invito a seguire Pillole in Emergenza su Facebook e Instagram.
Buona lettura!
Perché avete scelto di parlare di emergenza? 
La scelta di parlare di emergenza non si può definire neanche una vera e propria scelta, si è trattato più che altro di una spinta data dalla vocazione per questo ambito. Questa vocazione è stata come un campanello che si è attivato dentro di noi seguendo le lezioni di Psicologia dell’Emergenza tenute dal prof. Fabio Sbattella, all’interno della laurea magistrale in Psicologia per il Benessere, presso l’Università Cattolica di Milano. Si tratta di un corso che prepara a saper prevenire, gestire e superare stati emergenziali, siano essi concreti (come per esempio disastri naturali, attacchi terroristici, incidenti stradali…) o psichici (ovvero stati psicologici derivanti dall’essere coinvolti in situazioni di emergenza). Grazie a questo corso siamo state sensibilizzate rispetto ad alcuni temi spesso sottovalutati o presi in considerazione quando ormai è troppo tardi. Abbiamo imparato quanto sia necessario sviluppare la consapevolezza circa alcuni potenziali pericoli per poterli scongiurare e gestire nel miglior modo possibile, ma soprattutto quanto sia importante fare la propria parte prima, durante e dopo un’emergenza.
Da dove avete preso spunto per iniziare? 
Abbiamo deciso di aprire la pagina “Pillole in Emergenza” , dapprima sulla piattaforma Instagram e poi su quella Facebook, per produrre in maniera multimediale i compiti che di volta in volta ci venivano assegnati dal prof. Sbattella. Abbiamo pensato che così non solo sarebbe stato più divertente svolgerli, ma avremmo anche diffuso conoscenze utili a tutti gli studenti dell’Università Cattolica.
Infatti, alcuni compiti prevedono l’esplorazione del campus stesso, alla ricerca di luoghi di interesse, come per esempio la Mediateca e l’Emeroteca, e luoghi utili in caso di emergenza, come i punti di raccolta in caso di evacuazione e l’infermeria.. Questi costituiscono alcuni esempi dei compiti che inizialmente ci sono stati assegnati e che abbiamo svolto tramite foto e video; i compiti successivi, invece, hanno cominciato ad avere un taglio meno interattivo, infatti essi richiedono un lavoro di ricerca di alcuni dati relativi alle maggiori catastrofi (naturali e non) registrate in tutto il mondo: stiamo lavorando a questi compiti, pensiamo di svolgerli sotto forma di testo, creando una rubrica di “case history” a breve disponibile sulla pagina Fb e Instagram.
Quale scopo volete raggiungere con Pillole in Emergenza? 
L’intento, nel nostro piccolo, è quello di sensibilizzare, informare, preparare e istruire le persone, in modo tale che ciascuno possa dare il proprio contributo in una potenziale situazione di emergenza. Per raggiungere questo obiettivo, abbiamo iniziato a rivolgerci agli studenti del nostro ateneo fornendo nozioni utili relative all’ateneo stesso, ma la speranza è quella di raggiungere un pubblico più ampio (anche chi non si occupa minimamente di emergenza) per aumentare la percentuale di persone che sappiano comportarsi in modo efficace in situazioni di pericolo, per la propria sicurezza e per quella del prossimo. Siamo convinte che la preparazione in questo senso non derivi solo dall’apprendimento di comportamenti adeguati alla situazione, ma anche dalla formazione di una “memoria storica” dei principali disastri avvenuti in territorio italiano e straniero. Infatti, conoscere la portata di tali disastri, le dinamiche ad essi sottostanti, le reazioni delle persone coinvolte e l’intervento dei soccorsi, può mettere in luce aspetti trascurati dai media e suggerire errori da non commettere nuovamente o strategie efficaci da implementare. Ecco perché abbiamo deciso che pubblicheremo anche i compiti di “case history”, seppur consapevoli che probabilmente saranno un po’ meno accattivanti!
Potreste descrivere il valore che attribuite al concetto di “Conosci il territorio”? Da dove arriva? Perché lo considerate così importante? 
“Conosci il territorio” lo abbiamo definito un po’ come il nostro “mantra”, ci è stato insegnato dal prof. Sbattella. Questo semplice concetto nasconde una grande verità: non servono grandi eroi; se ognuno di noi sa dove si trova, quali sono le potenzialità e i presidi che offre il territorio circostante, cosa fare e cosa non fare in determinate situazioni, chiunque può agire in maniera consapevole e sviluppare un pensiero rapido ed efficace.Conoscere il territorio è importante perché può salvarti la vita: più conosci il territorio e più possibilità di azione avrai, insieme ad una maggiore percezione di controllo.
Abbiamo deciso di conoscere il territorio a partire dal nostro campus, essendo non solo l’oggetto dei compiti assegnatici dal prof. Sbattella, ma anche il luogo in cui trascorriamo gran parte delle nostre giornate.Tuttavia, non manca da parte nostra l’interesse ad allargare i nostri orizzonti, infatti abbiamo partecipato ad eventi extra-accademici affini alla Psicologia dell’Emergenza, alcuni sponsorizzati dal professore, altri trovati di nostra iniziativa su diverse piattaforme web.
Quali attività state svolgendo per promuovere i fini della vostra iniziativa in 
UCSC?
Per ora stiamo per lo più  svolgendo i compiti che ci sono stati assegnati dal prof. Sbattella, in formato multimediale e di testo, condividendoli sulle pagine  Instagram e Facebook di “Pillole in Emergenza”. Tuttavia, su Facebook segnaliamo eventi su temi affini al corso di Psicologia dell’Emergenza e nelle storie di Instagram mostriamo i contenuti degli eventi a cui partecipiamo di nostra iniziativa, fornendo così qualche nozione che esula da quelle derivanti dai compiti didattici.
 
Qual è il ruolo del Prof. Fabio Sbattella all’interno di Pillole in Emergenza? 
Al professor Sbattella abbiamo detto di aver creato la pagina poco tempo fa e ne era sinceramente molto contento! Per quanto riguarda la pagina, il prof. non ha alcun ruolo, nel senso che i contenuti e la gestione della pagina stessa sono a nostro carico. Quel che è certo, è che il professor Sbattella, per noi, ha rivestito e riveste un ruolo di mentore: senza il suo corso, il nostro interesse per questo ambito non si sarebbe mai acceso fino al punto di creare una pagina dedicata!
 
Cosa sognate di fare da grandi? 
Siamo un gruppo di sei ragazze, quindi, come potrai immaginare, abbiamo piani diversi per il nostro futuro! Comunque, l’interesse per la psicologia dell’emergenza ci accomuna e ognuna di noi pensa di declinarla in modo diverso a seconda dell’ambito in cui vorrebbe lavorare in futuro. Alcune di noi sentono molto forte la predisposizione a lavorare sul campo “dell’emergenza pura”, seguendo un po’ la scia della carriera del prof. Sbattella; altre, invece, vorrebbero lavorare per il benessere aziendale, magari anche per la prevenzione di una sorta di “emergenza individuale” ovvero il burnout; altre ancora sono orientate verso la promozione del benessere psicologico in generale, in linea con l’orientamento della laurea magistrale che stiamo frequentando. Quel che è certo, è che saper affrontare le emergenze è una competenza utile in ogni ambito, quindi qualunque sarà la nostra strada, porteremo con noi quando appreso nel corso di Psicologia dell’Emergenza, non solo per applicarlo, ma anche per implementarlo.

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