Mayotte, terremoti e la teoria del formaggio svizzero

Feu trop ardent ne tarde point à s’éteindre – Mayotte, 2018

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Localizzazione dei sismi registrati tra il 10 ed il 28 maggio 2018 © BRGM

Mayotte. Mayotte?

Mayotte è un dipartimento francese d’oltremare, ovvero un’isola che, geograficamente, appartiene all’arcipelago delle Comore. Mayotte

Un paradiso naturale, con una serie di ombre che sono parte integrante di questa storia.

 

PREFAZIONE 

Prima di iniziare questa storia, vorrei ringraziare Carlo Meletti. Io non credo abbia bisogno di presentazioni, ma nel caso doveste sentirne la necessità, vi suggerisco di visitare il suo blog sul Giornale della Protezione Civile Italia Paese Sismico.

 

ANTEFATTO

La storia politica di Mayotte è costellata di invasioni, governi provvisori, rovesci di sultani e, in epoca recente, ben due referendum nell’arco di trent’anni. Dal 1841, è stabilmente un territorio d’oltremare francese (in varie declinazioni amministrative). Il referendum del 2009, è stato un plebiscito: il 95,2% degli elettori ha scelto di divenire un dipartimento francese (fonte: Le Monde).

Nonostante solo circa un terzo della popolazione sappia esprimersi  in francese, e che il tasso di analfabetismo sia tristemente alto, Mayotte è il centounesimo dipartimento della Francia (i cittadini dell’isola sono francesi a tutti gli effetti e la moneta corrente è l’Euro). Disoccupazione galoppante, forte immigrazione dalle altre isole dell’arcipelago (alimentata  dall’illusione di ottenere la cittadinanza francese), tensioni sociali all’ordine del giorno.

 

SEQUENZA SISMICA

Dal 10 maggio 2018, al largo di Mayotte si è iniziato a registrare un essaim de séismes (sciame sismico o sequenza sismica), ovvero una sequenza di terremoti che si verificano in un’area delimitata per un periodo di più giorni o più settimane. Come specificato da BRGM (Bureau de Recherches Géologiques et Minières, un organismo simile al nostro  INGV), questi episodi «si differenziano nettamente dai fenomeni definiti come “scosse principali seguite da repliche meno intense» come quelli registrati recenti a Mayotte in anni recenti.

Ho chiesto aiuto a Carlo Meletti per comprendere le origini geologiche e storiche di questi fenomeni che, nonostante l’eco mediatico poco significativo al di fuori dei confini francesi, costituiscono un caso studio interessante dal punto di vista geologico, sociologico e comunicativo.

«L’isola di Mayotte è un’isola vulcanica, caratterizzata da un vulcano la cui ultima eruzione è di oltre 4000 anni fa, considerato oggi quiescente. E’ un cosiddetto vulcano intraplacca, legato ad un hot spot, come le isole Hawaii. Vuol dire che è una zona di flusso dal mantello, non legato a margini di placca tettonica»

Un’area che, storicamente, non pare essere mai stata interessata da fenomeni sismici di particolare intensità o frequenza.

«La sua sismicità non è particolarmente intensa, per quanto si può sapere: da una selezione reperita dal catalogo mondiale di USG (che raccoglie dati a partire dai primi anni ’70), vedo che prima di questa sequenza si conoscevano 22 terremoti, il cui massimo è stato un magnitudo 5.4 del 30 giugno 1974. Dall’inizio della sequenza, il catalogo mondiale ne riporta già 51, il cui massimo è stato il 5.9 del 15 maggio. Ovviamente qui sono riportati solo gli eventi maggiori»

Può essere sorprendente scoprire che, nel 2018, abbiamo una conoscenza limitata delle caratteristiche del sottosuolo africano. A questo riguardo, Carlo ha efficacemente ricostruito i dati attualmente a  disposizione:

«l’inquadramento sismotettonico, vale a dire la conoscenza delle strutture attive che generano terremoti, è ancora molto mal conosciuto. Potrebbe essere legato in qualche modo all’apertura del Corno d’Africa, quel fenomeno di cui si è parlato nelle scorse settimane che ha prodotto delle enormi fenditure del terreno, laddove il Corno d’Africa si sta staccando dal resto del continente. Le informazioni sono tanto scarse che lo studio di pericolosità sismica pubblicato nel 2000 ha usato un approccio deterministico. Vuol dire che non avendo statistiche sufficienti per valutare la probabilità di avere eventi di una certa magnitudo, si stima lo scenario massimo possibile, una volta definita la magnitudo massima. Si prende in considerazione una magnitudo 6.3 per un evento a 320km e un evento 6.0 a 60 km (pagina 61)»

 

DA EPISODIO A CASO STUDIO

Un messaggio nella chat VOST Europe mi ha permesso di conoscere quanto stava accadendo a Mayotte, un’isola che potreste aver sorvolato mentre raggiungevate il Madagascar, le Mauritius o Reunion.

Come cambierebbe la vostra vita se ogni giorno, ogni notte, la terra tremasse? Alcuni nostri connazionali avrebbero molto da raccontare a tale riguardo. Dormo in casa oppure in auto? O vado al campo?  Cosa porto con me? Lascio che mio figlio vada a scuola? Ma soprattutto, dormo?

La ricostruzione di quanto sta accadendo a Mayotte mi ha fatto tornare in mente il Swiss Cheese model  presentato da Reason nel 1990. Proverò a mettere insieme gli elementi che rendono questa storia un caso studio da tenere in considerazione per il futuro.

Mayotte è un’isola, con reddito procapite basso, un tasso di alfabetismo basso ed il tasso di natalità più alto di tutta la Francia. Perché nonostante la distanza, siamo in territorio francese. Inoltre, la situazione sociale è particolarmente tesa anche a causa dei flussi migratori estremamente sostenuti. Una sorta di edizione dell’emisfero australe di quanto accade quotidianamente nel Canale di Sicilia.

Il grado di preparazione della popolazione e delle strutture amministrative del Dipartimento non sono apparse preparate ad affrontare la situazione. Nella mia mente, il modello proposto da Reason inizia a prendere forma a partire dalle prime comunicazioni sul sisma emesse dalle autorità. Carlo Meletti mi ha fatto notare che «in 3 settimane o poco più ci sono state centinaia di scosse (ieri, 5 giugno, mi sembra fossero arrivati a 700) con l’evento massimo di magnitudo 5.8».

Il Prefetto di Mayotte ha rilasciato un’intervista al canale televisivo locale Mayotte la 1ère lo scorso 16 maggio, rendendo nota l’attivazione delle strutture dello Stato per rispondere all’emergenza:

Il 1 giugno è giunta sull’isola una missione di esperti di sicurezza civile e rischi naturali, che nel corso della  prima conferenza stampa hanno dichiarato:

«il n’y aura pas de séisme d’une magnitude plus élevée que ce qu’on a déjà connu »

Ovvero, non ci saranno sismi di magnitudo più elevato rispetto a quelli che sono stati registrati finora.

Le ultime parole famose. Il giorno successivo, nel corso di un’intervista rilasciata dal gruppo di tre esperti, è stata raccolta un’altra dichiarazione rischiosa:

«La mission d’expertise exclut un Big One à Mayotte»

Le Journal di Mayotte ci offre un quadro della vita quotidiana al tempo dello sciame.  Si susseguono gli incontri con la popolazione e le attività di diffusione delle buone prassi,

Une session d'informations sur les tremblements de terre accès sur la prévention et la sécurité

Une session d'informations sur les tremblements de terre accès sur la prévention et la sécurité à Kaweni

Pubblicato da Mayotte la 1ère su lunedì 28 maggio 2018

 

Diffusione che prosegue anche attraverso i social, ad esempio con il  video fissato in alto alla pagina Facebook di Mayotte la 1ère da qualche giorno:

Spot séisme

[INFOS PRATIQUES] Comment se mettre en sécurité en cas d'essaim de séismes ?

Pubblicato da Mayotte la 1ère su martedì 5 giugno 2018

 

FONTI E AGGIORNAMENTI

Una dimensione del fenomeno è ben rappresentata da earthquaketrack.com:

La Prefettura di Mayotte ha pubblicato una pagina con gli aggiornamenti sull’evoluzione della situazione e cura un account Twitter ed una pagina Facebook (nessuna attivazione di Facebook Safety Check ad oggi).

L’ultima scossa registrata prima della pubblicazione di questo post risale alle ore 12:37 di oggi:

 

FINALE PROVVISORIO

La storia non finisce qui.

Lascio il finale aperto a nuovi aggiornamenti e ringrazio nuovamente Carlo Meletti per il prezioso supporto. Carlo, ti disturberò ancora!

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