Il coraggio di essere semplici, anche nella comunicazione


Le parole hanno una potenza spaventosa. Ogni volta che penso alla differenza che può fare l’utilizzo di una parola al posto di un’altra, la decisione di stare in silenzio al posto di intervenire, non riesco a non stupirmi. La comunicazione è un’azione che influisce sulle successive decisioni e azioni degli altri.Anche se non sono più al Dipartimento nazionale, come cittadina sono sempre parte del grande sistema di protezione civile. Lo scrivo convintamente, non per ripetere una frase fatta. E convintamente continuo a riflettere sull’informazione in emergenza. Trovandomi sempre ad arrivare a considerazioni apparentemente banali.

Ma è la semplicità cui non pensi in una situazione di confusione a diventare la chiave per risolvere alcune criticità. In condizioni dove l’emotività,  il pensiero per le persone e per le comunità coinvolte ti coglierà sempre impreparata.

L’informazione in emergenza non è qualcosa che vive in una bolla solitaria. È, e deve essere considerata, un anello fondamentale nella gestione complessiva di cui, inevitabilmente, risente.

Dato che la gestione di un’emergenza, normalmente, si basa su una pianificazione, anche l’informazione deve fare parte di quel piano. Con elementi semplici: nomi e contatti utili, procedure interne e verso l’esterno. Parole chiave che, però, fanno scattare azioni determinanti.

Chi deve gestire l’informazione in emergenza deve avere accesso a tutte le informazioni: la sensibilità e il lavoro di squadra consentono poi di valutare ciò che deve essere comunicato, quando e a chi. Ognuno farà la propria parte, lavorando in rete.

Non bisogna avere il timore di esporsi: non si deve immaginare che per “uscire” con una informazione si debba avere il quadro completo. Se è una crisi, un’emergenza, va da sé che la situazione sarà complicata, cambierà. Paga, tanto, essere trasparenti, dando le informazioni certificate mano a mano che si hanno. Sapendo anche di poterle rettificare, se serve, sempre senza timore.

Usare parole comprensibili: anche se non sono quelle tecniche al 100%, l’importante è che vengano comprese (da figlia di medico lo dico ancora più convintamente).

PS: con l’insostituibile (per me) gruppo di lavoro per la “semplificazione delle tabelle dell’allertamento meteo-idro”, avevamo trovato questa frase di Henry Matisse che ci sembrava perfetta:
La massima semplicità coincide con la massima pienezza (…) Ma da sempre c’è voluto coraggio per essere semplici. Credo che non ci sia niente al mondo di più difficile. Chi lavora con mezzi semplici non deve avere paura di diventare apparentemente banale.

@francimaf

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *