Tsunami, tecnologia e fallimenti. 3 lezioni dall’Indonesia per il nuovo anno.

Palu Indonesia Tsunami Settembre September 2018 NASA Satellite ARIA CALTECH
Credits: NASA/JPL-Caltech/JAXA

Tsunami. Ma non li chiamavamo maremoti una volta?

Il report del settimo incontro del Regional Working Group on Tsunami Warning and Mitigation System for the South China Sea Region (SCS-WG), che si è svolto ad Hanoi nel marzo 2018, l’Indonesia dispone di un  Tsunami Early Warning System (InaTEWS) focalizzato sulla rilevazione di informazioni sismiche, composto da 170 sismometri, 238 accelerometri e 137 misuratori di marea.

La vita di migliaia di persone è stata sconvolta o terminata a causa degli effetti dei maremoti che hanno colpito l’Indonesia. Come è potuto succedere? La teoria del formaggio svizzero ha colpito di nuovo?

Nel 2008 il governo indonesiano aveva completato l’installazione Tsunami Early Warning System (InaTEWS), con l’aiuto di istituzioni tedesche,  che avrebbe dovuto impedire la ripetizione degli avvenimenti che occorsero nel 2004. Un sistema basato sulla rilevazione di terremoti, ma incapace di rilevare eruzioni vulcaniche e frane sottomarine.

Dieci anni dopo, pare di essere tornati indietro di quattordici anni.

Due episodi, a distanza di tre mesi, hanno messo in luce l’inadeguatezza del progetto creato in seguito allo tsunami del 2004. Una sorta di anno zero, quattordici anni dopo.

Cosa è andato storto?

Il 13% dei vulcani attualmente attivi nel mondo sono in Indonesia, un luogo incantevole lungo il cd. Ring of Fire dell’Oceano Pacifico. Ovvero, il 75% dei vulcani attivi ed il 90% dei terremoti del mondo secondo National Geographic.

La rete di early warning attualmente installata consente di rilevare i terremoti, ma non eruzioni vulcaniche e frane sottomarine (la ripetizione è voluta).

Vandalismi e mancanza di fondi per la manutenzione hanno incapacitato il sistema.

L’allerta relativa allo tsunami è stata revocata 34 minuti dopo la sua emissioneNe hanno parlato anche in Canton Ticino (!). Non un errore (o bufala, se preferite), come nel caso del terremoto nell’Adriatico raccontato da Carlo Meletti, ma una vera e propria revoca.

Sulla terraferma, a Palu, non sono mai state installate delle sirene. La mancanza di una fonte energetica alternativa alla rete elettrica ha reso ancora più complessa la gestione delle comunicazioni in quella fase concitata.

 

Cosa possiamo imparare?

Iniziamo l’anno con tre parole chiave, che vi auguro guidino il presente ed il futuro della comunicazione del rischio e d’emergenza.

Un concetto racchiuso in un triletterale di facile memorizzazione [SIR]:

Semplicità | Simplicity

Integrazione | Integration

Ridondanza | Redundancy

Rimanere nei limiti del triangolo disegnato da questi tre vertici è la chiave del successo.

 

Storie da Palu

Anthonius Gunawan Agung è morto il 28 settembre 2018, a 21 anni.

Un controllore di volo che ha scelto di non abbandonare la torre di controllo, scossa e danneggiata dal terremoto, per far decollare il volo Batik 6321. Il volo è decollato alle 18:02 con 150 persone a bordo mentre un’onda di 6 metri si apprestava a colpire Palu.

Anthonius ha provato a salvarsi, lanciandosi dalla torre ormai compromessa.È morto in attesa di un elicottero che lo trasportasse in un ospedale idoneo a curarlo, che è giunto solo la mattina dopo. 

 

Spunti e Risorse

ReliefWeb offre una panoramica dettagliata e aggiornata della situazione in Indonesia.

NYT, What Went Wrong With Indonesia’s Tsunami Early Warning SystemOct 2, 2018.

BBC News, Indonesia earthquake and tsunami: How warning system failed the victims, Oct 1, 2018

Popular Mechanics, Indonesia’s Tsunami Warning System Hasn’t Been Operational Since 2012, Oct 1, 2018

NASA, Jet Propulsion Laboratories, California Institute of Technology, Advanced Rapid Imaging and Analysis (ARIA) Project for Natural Hazards.

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