Il terremoto che non c’è ma si sente

Lo scorso 30 novembre la città più grande dell’Alaska, Anchorage, è stata colpita da un fortissimo terremoto, di magnitudo pari a 7.0. In Italia erano le 18.30 e ho cominciato a cercare di capire cosa era accaduto. In questi casi, Twitter è senz’altro lo strumento più veloce per aver informazioni di prima mano, ma anche per seguire gli enti sismologici della nazione colpita dall’evento che rilasciano dati in tempi brevissimo.

Mentre aggiornavo la mia timeline su Twitter, ad un certo punto ho visto un tweet del Centro Sismologico Euro-Mediterraneo (CSEM-EMSC) che segnalava un terremoto di magnitudo 5.3 in Adriatico a ben 400 chilometri di profondità ipocentrale.

Screenshot della pagina delle localizzazioni dello CSEM di Strasburgo che riporta la localizzazione di un evento che non esiste

Ho pensato che fosse strano che la rete sismica di INGV non avesse segnalato alcun terremoto, nonostante da settembre sia attivo il sistema di pubblicazione del tweet automatico, che dopo 2 minuti comunica la localizzazione provvisoria dei terremoti di magnitudo superiore a 3 (l’ha raccontato egregiamente Chiara Bianchini qui).

Immediatamente arrivano le prime richieste di informazioni da parte degli utenti sui canali social di INGV. Su Twitter e Facebook ci chiedono come mai INGV non lo segnala (per una volta con modi cortesi, in genere scrivono se per caso i nostri sismologi si sono addormentati…). Per esempio Roberto scrive su Twitter:

Come può fare qualsiasi utente di Internet, ho cominciato a fare qualche ricerca per capire cosa fosse successo. Ammetto però di aver avuto un vantaggio rispetto al pubblico non esperto: la profondità ipocentrale di 400 chilometri in mezzo all’Adriatico era un elemento che faceva pensare subito ad un errore di localizzazione. Sappiamo che sono possibili terremoti a grandi profondità, ma non in Adriatico, bensì in alcune aree particolari, quelle in cui si ha il fenomeno della subduzione di una placca sotto un’altra; in pratica una sorta di sprofondamento di una placca su cui si accavalla l’altra. In Italia abbiamo la subduzione dell’Arco Calabro che raggiunge i 600 chilometri di profondità come ci testimoniano i terremoti anche molto forti che avvengono a quelle profondità nel Tirreno meridionale.

La mia ricerca è iniziata dai siti di altri centri sismologici europei. INGV, come detto, non aveva localizzato alcunchè, ma anche il GFZ tedesco, che pure rilascia localizzazioni automatiche in pochi minuti, non riportava l’evento. Ho guardato allora quali informazioni aveva utilizzato lo CSEM per la sua localizzazione, come mostrato in questa immagine.

Screenshot della pagina del sito dello CSEM che riporta l’indicazione delle reti sismiche utilizzate per la localizzazione

Che strano. Sono state utilizzate solo stazioni della rete spagnola e di quella ucraina. Nessun dato della rete italiana, di quella croata, di quella greca, cioè dei paesi che si affacciano sull’Adriatico. E si tratta solo di 14 stazioni, quando un terremoto di quella magnitudo solo in Italia sarebbe stato registrato da molte decine di stazioni, per non dire centinaia. Eppure lo CSEM ha accesso in tempo reale ai dati delle stazioni delle reti mondiali. Cos’era successo allora?

La mia spiegazione è che il sistema automatico di localizzazione dello CSEM aveva associato alcune tracce di quelle due reti sismiche probabilmente dovute a piccoli eventi locali avvenuti contemporaneamente e per giustificare la grande distanza tra le stazioni doveva essere un terremoto molto forte avvenuto circa a metà strada tra i due paesi (appunto in mezzo all’Adriatico). Probabilmente senza una verifica puntuale della qualità della localizzazione, il consorzio europeo ha rilasciato l’epicentro per poi cancellarlo dopo qualche ora.

Sono cose che possono capitare con sistemi automatici. E’ la conferma che la verifica di sismologi esperti è ancora necessaria, anche se questo richiede un po’ più di tempo.

Ma quello che mi ha incuriosito è un effetto collaterale della comunicazione del falso terremoto. C’è chi lo ha comunque avvertito e segnalato.

Screenshot della pagina del sito dello CSEM che riporta le segnalazioni dei risentimenti da parte degli utenti

C’è anche un sito italiano che aveva dato notizia di una vasta area di risentimento. La pagina è ancora lì. Se aprite questo link, vedrete che parla effettivamente di un terremoto inesistente dopo aver corretto il lancio iniziale, ma poiché il diavolo si nasconde nei dettagli, il nome della pagina è rimasto quello della prima pubblicazione della notizia:  mar-adriatico-forte-scossa-di-terremoto-a-gran-profondita-avvertita-tra-abruzzo-molise-e-puglia-30-novembre-2018…

Qui ci vorrebbe uno psicologo. Possibile che si tratti di suggestione? Leggi di un terremoto avvenuto ad una certa ora e lo colleghi a qualche strano fenomeno che avevi avvertito? Oppure si tratta di mitomani? Sinceramente non so dare una risposta, ma fa riflettere sull’affidabilità dei servizi di segnalazione degli effetti dei terremoti attivi da diversi anni in quasi tutti i paesi, come Did You Feel It negli USA o Hai Sentito il Terremoto in Italia.

Un’ultima notazione sul fatto che comunque qualche previsore di terremoti, di quelli da social media, l’aveva previsto. Uno di quei tanti che prevedono un terremoto ogni giorno, prima o poi ci prenderanno. Ce lo segnala un utente della pagina Facebook di INGVterremoti ma, come spesso accade, rispondono subito altri utenti.

E il terremoto in Alaska? La foto in testa a questo articolo si riferisce a quello, purtroppo un terremoto vero. Mostra un effetto di liquefazione molto importante provocato dal terremoto, uno dei tanti effetti che si sono verificati a seguito della magnitudo elevata. Ne dovremo parlare un’altra volta.

@CarloMeletti

3 comments

  1. Purtroppo INGV ha qualche impedimento tecnico o politico che gli impedisce di comunicare con efficacia, per esempio sui terremoti recenti in aria vesuviana c’e stato un assordante silenzio.Naturalmente si tratta di mie impressioni , forse in certi casi non si vuol allarmare la popolazione, comunque il risultato finale e’ la impressione che di INGV non sia affidabile

    1. Non capisco di quale assordante silenzio parli. In area campana, come per qualsiasi area italiana, tutti i terremoti localizzati vengono pubblicati in tempo reale sulle pagine dei nostri siti. Ovviamente solo quelle che possono essere avvertite dalla popolazione vengono messe in evidenza, ma le può trovare tutte (per l’area vesuviana, in particolare, sul sito dell’Osservatorio Vesuviano)

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