Cronache giapponesi: tra treni, barriere linguistiche e il tifone Krosa

 

Un cartello su cosa fare in caso di Tsunami lungo la spiaggia a Kamakura

Arigato gozaimasu: sarà la frase che sentirete più spesso durante il vostro viaggio in Giappone. Un “grazie mille” che è la perfetta sintesi della gentilezza che caratterizza questo popolo. Un popolo fatto di regole, di ordine e di cortesia verso l’altro. Forse, è proprio l’insieme di tutti questi fattori che li ha resi così resilienti e in grado di rispondere e reagire in maniera efficace alle emergenze che hanno colpito questo territorio.

Però non tutto è perfetto, e se da un lato riescono a metterci una pezza (stile Kintsugi) c’è ancora molto da fare soprattutto ora che sono più aperti al turismo estero e in vista delle Olimpiadi del prossimo anno.

E questa gentilezza è proprio un’arma in più e che, almeno nella mia esperienza, in molti casi è stata fondamentale per superare l’importante barriera linguistica che ci separa. In Giappone, infatti, sono pochissime le persone che parlano e comprendono l’inglese e, se gli ponete una domanda in inglese, nella maggior parte dei casi vi sarà risposto tranquillamente in giapponese. Fortunatamente, però, gran parte dei cartelli, delle indicazioni e delle informazioni (ovvero tutte quelle automatizzate più che umane) a bordo dei mezzi di trasporto è anche in inglese.

Tutto questo può essere (quasi) divertente o una sfida durante una vacanza, ma se vi trovate in una situazione di criticità può trasformarsi in un importante ostacolo da affrontare.

Una lunghissima introduzione ma ora arrivo al punto… Questa estate ho deciso di trascorrere le mie ferie in Giappone, spostandomi tra Osaka, Kyoto, Kanazawa, Hiroshima e Tokyo, ma anche il tifone Krosa ha avuto la brillante idea di fare un percorso simile. La mattina del 14 agosto ho ricevuto un sms dalla Farnesina (iscrivetevi sempre sul portale viaggiare sicuri quando andate all’estero) che mi informava che il Giappone Occidentale sarebbe stato colpito dal tifone Krosa, di prestare la massima attenzione e di seguire le informazioni delle autorità locali. Proprio quest’ultimo punto è stato quello più difficile da mettere in pratica, e ora vi spiego perché. Il 15 agosto (giornata in cui il tifone si sarebbe abbattuto sull’isola) avevo un lungo spostamento da percorrere in treno. Già dal giorno precedente ho chiesto informazioni alla reception dell’albergo, dove era appeso in bella vista il messaggio d’allerta per il tifone. Il personale dell’albergo però non era in possesso di molte informazioni in più, se non che si sarebbero verificate molte cancellazioni sulla circolazione dei treni. Tutto questo in un inglese misto giapponese, ma soprattutto con una estrema tranquillità, forse perché la situazione era meno grave di quello che sembrava o per una certa abitudine a questi fenomeni? Per non parlare poi della situazione in stazione. Tantissime persone in ordinata attesa di conoscere la situazione del proprio treno e il personale della JR West dotato di megafono che dava informazioni (purtroppo solo in giapponese).

Google Maps

Menomale che mi è venuto in soccorso l’online! Per tenermi informata sullo sviluppo della situazione, oltre al sito dell’agenzia meteorologica del Giappone, ho consultato il sito web della JR West, la società di trasporto del Giappone occidentale e due app che tutti noi abbiamo già installato sullo smartphone ovvero Google Maps e Mappe (per i dispositivi iOS). Su queste due app, infatti, erano presenti informazioni in tempo reale sulle cancellazioni dei treni e le modifiche alla viabilità veicolare oltre che, nel caso di Google Maps, l’evoluzione del tifone Krosa (nuova funzionalità dell’SOS Alerts di cui vi ho parlato sul blog). Grazie a questo sono riuscita a ripianificare l’itinerario senza pesanti ripercussioni.

Da persona estremamente ansiosa, dopo aver letto l’sms della Farnesina, mi sono preoccupata ma non mi sono mai sentita veramente in pericolo, sia perché ero in una parte del Giappone che sarebbe stata colpita solo marginalmente dal tifone, sia per l’estrema organizzazione e serenità che mi hanno trasmesso i giapponesi in quei momenti. Però, come ho già detto, l’empatia non basta, ma c’è ancora tanto da lavorare in vista soprattutto del continuo incremento dei flussi turistici e di Tokyo 2020.

 

Ps. Un account Twitter utile da seguire è: Japan Safe Travel, gestito dalla Japan National Tourism Organisation (JNTO), che fornisce consigli per viaggiare in sicurezza in inglese ai visitatori stranieri e le ultime informazioni in caso di catastrofi naturali.

 

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