Le fiaccole della speranza nella lotta alle emergenze ambientali

La forma di un fiocco di neve che si sfalda al graduale svanire delle sue ramificazioni, a simboleggiare la progressiva e inesorabile fusione dei ghiacci presenti sul nostro pianeta, ovvero l’aspetto forse più drammatico del cambiamento climatico in corso, non solo per la velocità e l’entità (peraltro in massiccia accelerazione) con la quale il fenomeno sta avvenendo, tanto nelle calotte polari che sui ghiacciai montani dei vari continenti, ma anche per le ripercussioni che ha e avrà alla scala globale, a tutte le latitudini e a tutte le quote, in termini di risorsa idrica, di innalzamento del livello dei mari e degli oceani, di sconvolgimenti dell’ecosistema da monte a valle, di drastici effetti sulle correnti oceaniche e sui regimi climatici globali.

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Le chat prima della tempesta

Un anno fa, il 29 ottobre 2018, intorno alle otto e mezza/nove del mattino, per le strade di Roma sembrava una giornata ventilata come tante, qualche vivace refolo di Scirocco a muovere le foglie e a far rotolare le cartacce sui sampietrini, oltre che a rendere insolitamente mite l’aria mattutina dell’autunno ormai inoltrato, e niente di più. E allora, apriti cielo, i telefonini iniziarono a trillare notifiche via via più frequenti. Continua a leggere

A lezione di complessità (e di comunicazione della stessa) con paletta e secchiello

Le giornate in spiaggia, che le si affronti adoperandosi con paletta e secchiello o che siano momento di letture sotto l’ombrellone e di passeggiate lungo il bagnasciuga, sono un’ottima occasione per investigare il sorprendente e trasversale mondo dei sistemi complessi, scoprendo nei granelli di sabbia comportamenti analoghi a quelli di molti altri sistemi, sia fisici che biologici ma anche attinenti alle scienze umane e sociali, e trovando istruttive regole di base su come tali comportamenti vadano studiati collettivamente, e non con approccio riduzionista.
Dopo aver letto questo post, vi sarà sufficiente rubar… ehm chiedere in prestito la strumentazione in possesso dei pargoli presenti in spiaggia, per essere pronti a vivere una perfetta giornata da fisici sperimentali, trasformando lo spazio sotto al vostro ombrellone in un laboratorio balneare all’aria aperta… e magari, anche di aver trovato qualche spunto di riflessione su come affrontare e comunicare una serie di problematiche del mondo del rischio, sommo regno della complessità.

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Quando la meteorologia diventa uno spot

(dal TGR Basilicata 15.02.2018 edizione ore 14:00)

Decisamente istruttivo, da un punto di vista delle scienze dell’informazione, della comunicazione e dell’editoria, oltre che dell’istruzione scientifica e della meteorologia operativa, questo breve spezzone dal TG3 regionale della Basilicata dello scorso 15 febbraio, estratto dal servizio di cronaca che raccontava gli eventi meteorologici del giorno precedente.
Questa ventina di secondi, infatti, contengono una importante risposta – tanto sorprendente quanto significativa – ad annosi interrogativi, e ci danno lo spunto – superati i primi momenti di scoramento – per alcune riflessioni interessanti.

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L’uomo che inventò le previsioni del tempo e (parlando di probabilità) le portò sui media

Guardando questa immagine satellitare d’archivio, relativa a uno dei tanti vortici che il flusso atmosferico usa approfondire sulla scena nord-atlantica e invia a investire violentemente l’Irlanda e la Gran Bretagna, viene da pensare non sia stato un caso, se il padre della meteorologia sinottica, l’uomo che per primo al mondo, dalla nascita del metodo scientifico in poi, ebbe la pazzesca intuizione di associare il termine “previsione” a ciò che prima era solo oggetto di mera osservazione, e capace di maturare l’ancor più folle tentativo (che fu purtroppo anche la sua rovina) di rendere le previsioni meteorologiche meritevoli di divulgazione mediatica e darle quindi in pasto al grande pubblico…  Continua a leggere

Se la notizia virale diventa vera: il baco della mancata verifica dei dati

“Comincio subito a tagliare e ritagliare, incollare e cucire, e mi accorgo che i giornali sono tutti uguali. […] Insomma, un unico, grande giornale” (da “Aprile”, Nanni Moretti, 1998)

 

Ma davvero la settimana scorsa è caduto quasi mezzo metro di neve nel deserto del Sahara?
Beh sarà sicuramente vero, lo si trova scritto su tutti i media del globo, compresi i colossi dell’informazione sia italiana che mondiale, mica saranno degli sprovveduti a far copia-incolla l’uno dell’altro senza premurarsi di compiere una semplice verifica, no?

E invece, neanche a dirlo, questo criterio non sembra funzionare affatto.

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